17 Apr Led: la luce del passato?
[:it]Mentre c’è chi ancora ritiene la tecnologia Led come la “luce del futuro”, qualcuno la considera già superata dai “Lec”: Light-emitting-electrochemical cell.
La notizia arriva direttamente dai ricercatori delle Università svedesi di Umea e Linkoping, coordinati dai Professori L. Edman e N. Robinson, in collaborazione con la società svedese LunaLec AB che rendono visibili i loro ultimi studi sulla rivista “Nature Communications”. LunaLec in particolare è stata fondata nel 2012 proprio per sviluppare pannelli luminosi derivati dalla ricerca sulla luce Lec delle due università svedesi.
Gli studi sui “Lec” non sono recenti, ma sicuramente è stato rivoluzionario raggiungere i livelli di efficienza energetica a cui sono arrivati i ricercatori del team di Edman (bassi consumi a fronte di una forte luminosità) grazie ad una serie di esperimenti e simulazioni, che hanno permesso di poter stabilire delle linee guida di progettazione.
I “Lec” come dice l’acronimo stesso, sono dispositivi a stato solido, basati su celle elettrochimiche, in grado di convertire energia elettrica in energia luminosa. Per loro struttura sono molto simili ai diodi ad emissione luminosa organica o OLED, anche se una caratteristica che differenzia il LEC dall’OLED, è la presenza di ioni mobili nel materiale attivo.
Per loro natura i LEC sono dispositivi che possono essere stampati con processi di stampa relativamente economici, leggeri e flessibili, con enormi vantaggi in termini di applicazione.
La ricerca di fonti di luce sempre più performanti in termini di efficienza, bassi costi e basso impatto ambientale, è sicuramente la sfida del futuro, una sfida che vide i primi albori in USA negli anni ’60 ma che è stata riconosciuta ufficialmente nel 2014 quando gli scienziati giapponesi Akasaki, Amano e Nakamura, hanno ricevuto il Nobel per la ricerca sulla tecnologia Led a luce blu. La diffusione di fonti di luce alternative in Italia e in Europa, resta comunque una sfida che non può basarsi esclusivamente sulla ricerca ma su un piano di rilancio generalizzato che coinvolga su larga scala i governi nella loro prospettiva di sviluppo all’interno di una green economy.
Fonti:
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